Il disegno: in principio fu il segno

Disegno come preparazione di un dipinto, oppure disegno come espressione grafica autonoma: forse non esiste una terza enunciazione del “segno grafico”, che sia esso essenziale o complesso.

Io personalmente, nonostante l’uso a tutto campo di colori e di pennellate, ho sempre avuto un fascino particolare per l’elemento disegno, per la sintesi grafica, per la capacità di esprimere con “semplici” segni e senza colori una scena, una figura, un’emozione. Nelle opere più celebrate e più elaborate di grandi maestri come Tiepolo, Veronese, Tintoretto, Rubens, c’è sempre uno “studio grafico” preliminare, un abbozzo a penna o a matita che annuncia, in pochi tratti, tutta la potenza, la maestosità, la complessità dell’opera finale. In questa pagina ho voluto selezionare alcune opere di grandi artisti del passato, ognuna accompagnata dal proprio disegno preparatorio: mi sembra un modo di esplorare quasi intimamente le stesse opere.


Carta e pigmenti puri

Barche nel lungoriva, pigmenti secchi e pennellate umide, 2008, cm 35 x 30
Barche nel lungoriva, pigmenti secchi e pennellate umide, 2008, cm 35 x 30

Questa mia opera di pochi anni fa è in realtà un "dipinto-disegno", nel senso che sfrutta il cromatismo tipico della pittura (toni, mezzi toni, tinte calde e fredde, ecc.) e l'uso delle polveri tipico della grafica a gessetti. Con un batuffolo di cotone ho distribuito vari pigmenti puri sul cartoncino bianco, con leggerezza e usando una gomma per alleggerire i toni e ritrovare i bianchi del fondo. Alla fine ho usato un pennello bagnato per intensificare con l'acqua alcuni particolari; quindi ho bloccato tutto il disegno con leggere spruzzate di fissativo, a distanza adeguata.

 

Cassetta vuota, carboncino e pennellate umide, 2008, cm 14 x 9
Cassetta vuota, carboncino e pennellate umide, 2008, cm 14 x 9

Sfruttando la ruvidezza del cartoncino ho distribuito vari tocchi di fondo con un bastoncino di fusaggine (carbonella molto friabile). Un batuffolo di cotone e una gomma mi hanno aiutato ad ottenere le zone di luce morbida e sfumata, e tocchi più incisivi di carboncino hanno segnato i colpi più netti intorno alla cassetta.

 

La piccola veduta di Via della Villa Cedri sfrutta i fondi colore ottenuti sfregando le polveri di pigmento sul foglio, ma affida a piccoli pennelli di martora inumiditi di acqua la frantumazione del colore, che così risulta come steso ad acquerello su un fondo polveroso di terre. Anche qui gli ultimi colpi sono segnati da pennellate sicure che evidenziano i profili della stradina e dei muretti.

Via della Villa Cedri, pigmenti secchi e pennellate umide, 2004, cm 16 x 32
Via della Villa Cedri, pigmenti secchi e pennellate umide, 2004, cm 16 x 32

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Giulio Clementi

Oratorio della SS. Annunziata, Via della Villa Cedri, 6/A - 50012 – Bagno a Ripoli (Firenze)

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